martedì 29 novembre 2011

Elogio dell'Arte Emotiva

Pioveva merda a dirotto
in quel giorno d’Agosto.
Cercavo riparo e respiro
trovavo accidia e delirio.

Cercavo un viso fraterno
da contemplare in eterno
bevevo cicuta, un goccio
per sentirmi un fantoccio.

Un bamboccio tra i tanti,
chino, sospinto in avanti
e inetto a vedersi riflesso
a specchiarsi all'indietro.

Elemosinavo i miei cocci
spazzando i mille rimorsi
e pensando arte in astratto,
tutto questo m’era rimasto.

Annaspavo per la passione,
sotto a quest'acquazzone,
mi smarrivo nell'emozione
di sentirmi d’arte padrone.

Mi sentivo fiaco e Ciacco,
di vita goloso, ma dannato
a godermi in tutto silenzio
l’eterna potenza del Senso.

Fu con Òmbrios furibondo:
disfarsi in un vivo secondo
come ombre fatte di stucco
vidi tanta gente nel mucchio.

Mentre io, solo, vagabondo,
io, rispondevo a ogni colpo,
i miei pari e gli altri accattoni
vi svenivano senza emozioni.

EM ©