martedì 14 settembre 2010

Questa Storia

"Tutti avevano risposto, d'istinto, a una precisa volontà di fuga dall'anemia della loro gioventù - volevano che gli si restituisse la parte migliore di sé. Erano convinti che esistesse, ma che fosse ostaggio di tempi senza poesia. Tempi di mercanti, di capitalismo, di burocrazia - alcuni iniziavano già a dire: di giudei. Loro avevano in mente qualcosa di eroico, e comunque di intenso, e in ogni caso di speciale: ma seduti pigramente al caffè vedevano passare i giorni senza altro obbligo che quello di essere disciplinate macchine tra le nuove macchine, in vista di un comune progresso economico e civile. [...] In un certo senso, cercavano l'infinito. Volendo riassumere la tragedia di quegli anni, si potrebbe dire che fu la mancanza di fantasia a distruggerli..."

(Alessandro Baricco, Questa Storia, 2005).